Un’oasi naturale non troppo distante da Parigi apre le porte alla creatività dei giorni nostri, grazie a una serie di opere e installazioni artistiche in dialogo con il lussureggiante paesaggio.
È un gioiello naturale, quello che si annida sul promontorio a scrutare dall’alto lo scorrere della Loira, a duecento chilometri da Parigi. Tra le città di Tours e Blois trova spazio il Domaine de Chaumont-sur-Loire, con un meraviglioso castello e un altrettanto incredibile parco, aperti tutto l’anno agli appassionati di arte e natura incontaminata.
Anche quest’anno, la tenuta che fu di Caterina de’ Medici, Diana di Poitiers e della Principessa di Broglie accoglie le installazioni di 15 nuovi artisti, che vanno ad aggiungersi all’originale collezione contemporanea allestita tra i sentieri del parco e le stanze del castello. Quest’ultime sono impreziosite dallo straordinario intervento di Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger, duo svizzero autore di Les pierres et le printemps – installazione di elementi vegetali sospesi che trasformano la Cappella del castello in un ambiente onirico (nell’immagine in apertura).
Sempre nella storica dimora, ma stavolta negli splendidi appartamenti principeschi, trovano uno sfondo adeguato le opere del poliedrico artista-viaggiatore Gabriel Orozco. Affascinato dalle tracce lasciate dalla storia lungo le pareti del castello, Orozco ha instillato nuova vita nei frammenti di carta da parati rimasti sui muri, grazie ad un procedimento unico e lento di proiezione a getto d’olio su tela. I Fleurs fantômes realizzati da Orozco recuperano la memoria delle epoche passate, accompagnando il pubblico in un viaggio alla scoperta dei residui lasciati dal tempo.
Spostandosi all’esterno, tra le installazioni perenni spicca quella ideata da François Méchain per i secolari alberi del Parco storico. Ispirato al romanzo di Italo Calvino Il barone rampante, L’Arbre aux Echelles dello scultore e fotografo è un invito poetico a guardare il mondo da un altro punto di vista. Sospese su un unico albero, le scale oscillano col vento, quasi mescolandosi alla linfa vitale dei rami, rendendo ancora più stretto il legame tra l’arte e l’ambiente naturale.