La casa museo Bagatti Valsecchi riunisce i protagonisti dell’epoca d’oro quattrocentesca. Con una mostra affascinante, attraverso le vicende di una pittura che ha fatto storia.
È un evento a cavallo fra tradizione, arte e cultura quello proposto dall’incantevole casa-museo nel cuore di Milano: la dimora Bagatti Valsecchi, a due passi da Via Montenapoleone, ospita fino al prossimo 18 ottobre una collettiva originale, che accosta i numi tutelari del Rinascimento nostrano.
Rinascimento: il trittico di Antonello da Messina ricomposto rientra nel ciclo di eventi promossi dalla Regione Lombardia a corollario di Expo 2015 e porta nel capoluogo meneghino alcuni preziosi capolavori che completano la già ricca collezione dell’istituzione milanese.
Le scelte dei due curatori – Antonio Natali e Tommaso Mozzati – sono ricadute su quattro grandi maestri dell’epoca – Antonello da Messina, Piero della Francesca, Vincenzo Foppa e Perugino – in un mosaico pittorico che testimonia un periodo di grande fermento culturale.
L’intera iniziativa ha preso le mosse dalla straordinaria ricomposizione del Trittico di Antonello da Messina (di cui riportiamo un particolare nell’immagine in apertura) – esposto a Milano e poi destinato a migrare nelle prestigiose sale della Galleria degli Uffizi fiorentina, partner dell’evento. Proviene sempre dall’istituzione toscana l’incredibile capolavoro di Vincenzo Foppa che affianca l’opera di Antonello – la Madonna con Bambino e un Angelo – la quale, a mostra conclusa, sarà ospitata dalla Pinacoteca del Castello per i prossimi quindici anni.
L’apertura del percorso espositivo è affidata a una coppia di tavolette raffiguranti l’Annunciata e l’Angelo annunciante – provenienti dal Polittico della Misericordia del Museo Civico di Sansepolcro e firmate da Piero della Francesca, modello imprescindibile per la formazione stilistica sia di Antonello sia di Foppa.
Conclude l’emozionante viaggio nel Quattrocento italiano il Cristo in Pietà di Perugino, prestato dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, un simbolo autorevole degli inarrivabili esiti pittorici conseguiti all’apice del Rinascimento.