4 Agosto 2015
È un’interpretazione strepitosa, quella che la mezzosoprano italiana ha riservato al pubblico del Festival di Salisburgo. Suscitando critiche entusiaste addirittura oltreoceano.
Il mondo della lirica ha accolto con iniziale stupore e successivo entusiasmo la performance della cantante Cecilia Bartoli – italiana naturalizzata svizzera – che ha prestato la voce all’intensa Norma di Vincenzo Bellini, anche quest’anno sul palco del prestigioso Festival di Salisburgo.
Già protagonista in passato di ruoli complessi, la Bartoli è sempre stata riconosciuta, nell’immaginario collettivo, come un’ottima esecutrice di arie più leggere.
Spesso impegnata nella messa in scena della Cenerentola belliniana – caratterizzata da toni sottili e leggiadri, adatti a una mezzosoprano – la Bartoli ha impressionato per l’inaspettata interpretazione della sacerdotessa dei Druidi, amante segreta di un console romano e madre di due dei suoi figli.
Personaggio dalle infinite sfaccettature, Norma è diventata immortale grazie a una voce d’eccezione, quella di Maria Callas, che le successive generazioni di cantanti hanno giudicato inarrivabile modello.
Eppure, Cecilia Bartoli ha stupito addirittura Anthony Tommasini – critico del prestigioso New York Times -, che non ha potuto fare a meno di riconoscere il talento della cantante, definendo la sua esecuzione a Salisburgo “magnifica”.
Cresciuta nel corso della carriera, la Bartoli ha portato in scena una Norma in linea con le peculiarità della sua voce, spazzando via ogni dubbio sulle sue stupefacenti doti e aprendo la strada a nuove possibilità espressive, al di là del “modello” stabilito dalla Callas a suo tempo.
[Immagine in apertura: Norma messa in scena nel 2013, con Cecilia Bartoli (Norma) e i membri del Coro della Radiotelevisione Svizzera. Photo: © Hans Jörg Michel]