Giunge alle 51esima edizione il Corciano Festival, rassegna ricca di spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, musica e arte visiva nell'antico borgo umbro.
Tra i palazzi e l’antico tessuto urbano del centro storico di Corciano, magnifico borgo medievale poco distante da Perugia, anche quest’anno il mese di agosto vede susseguirsi tutta una serie di appuntamenti culturali, che costituiscono l’articolato cartellone del Corciano Festival – 51° Agosto Corcianese.
Il programma si dividerà in due sessioni di eventi, dall’8 al 16 e dal 21 al 23 agosto. Gli ultimi giorni sono dedicati a una sezione speciale del Festival, che debutta quest’anno con un focus interamente dedicato al cibo: Nutre lo spirito solo ciò che lo rallegra – Performances artistiche, letterarie e gastronomiche, a cura di Antonella Parlani in collaborazione con Slow Food Condotta Trasimeno. Il riferimento d’obbligo è all’Expo di Milano, alla cui riflessione vuole prendere parte anche la kermesse umbra.
Per quanto riguarda le arti visive, saranno molte le mostre dislocate nel centro storico, tra le quali ricordiamo Maestri del Novecento. Cinquanta anni di presenze a Corciano a cura di Alessandra Migliorati, con la collaborazione di Alessandra Tiroli. 20 gli artisti selezionati, tra i quali Alberto Burri (di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita) e Leoncillo Leonardi.
Con uno sguardo al futuro e alla sperimentazione è invece l’appuntamento musicale con i →Pia-no-jaC←, famoso duo giapponese che dal 2005 ha realizzato più di 12 album. La forza dei due musicisti asiatici sta soprattutto nell’incredibile versatilità che permette loro di spaziare tra diversi generi, dalla musica classica al jazz, fino alla dance music, reinterpretando grandi capolavori musicali col loro stile unico.
Il Festival ospiterà anche lo spettacolo teatrale Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame, con Antonio Salines e Francesca Bianco, per la regia Carlo Emilio Lerici e la produzione Teatro Belli di Roma. L’opera racconta la storia grottesca di due coniugi alle prese con un matrimonio che sta andando allo sfascio e che decidono di sperimentare la formula della “coppia aperta” per risolvere i problemi della loro relazione. Ma la “coppia aperta” in realtà è un’invenzione del marito per giustificare le sue infedeltà di immaturo, vanaglorioso Don Giovanni. La commedia, un’ora e dieci di puro divertimento, è una sorta di vaudeville sulla liberalizzazione della vita coniugale degno del miglior Feydeau, al quale l’ironia surreale di Fo sembra ispirarsi.
Tra le rappresentazioni sceniche, infine, come non ricordare le rievocazioni storiche tra Medioevo e Rinascimento: manifestazioni in costume del ‘400 che, oltre al valore folkloristico, hanno lo scopo di ripresentare la vita di un castello medievale e di alcune sue manifestazioni religiose.