Si celebra oggi l’anniversario della scomparsa di uno degli artisti più eccentrici e talentuosi della Parigi ottocentesca. Anima bohémien e testimone del fermento post-impressionista.
Oltre un secolo fa si spegneva a Parigi uno dei cittadini più anticonformisti e creativi che la Ville Lumière abbia mai vantato. Il 9 settembre 1901 moriva – a soli 37 anni – Henri de Toulouse-Lautrec, pittore della Montmartre ottocentesca annoverato tra gli artisti più “rivoluzionari” dell’epoca. Amico di Van Gogh, Bernard e Anquetin, fu uno dei protagonisti delle avanguardie di fine secolo, grazie a uno stile inimitabile.
L’iniziale formazione accademica fu soppiantata dai più liberi insegnamenti parigini di Cormon, maestro dei futuri Nabis e dello stesso Van Gogh. La pittura dai colori accesi e dalle tematiche quotidiane – spesso tacciate di immoralità – si affiancò all’interesse di Toulouse-Lautrec per la litografia. Portano la sua firma, infatti, i celebri manifesti per il Moulin Rouge e per alcune famose riviste come la Revue blanche.
Nonostante la malattia che lo costrinse a mantenere la statura di un bambino, e la prematura morte causata dalla sifilide e dagli eccessi alcolici, Toulouse-Lautrec si è affermato come un punto di riferimento nella storia dell’arte d’avanguardia.