In concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia, 'Marguerite' racconta la vita di una cantante lirica stonata. Ispirata a una storia vera.
Nella Parigi dei ruggenti anni Venti, una donna dell’alta società stonata come una campana si convince di poter essere una cantante lirica: è la storia di Marguerite, il film del regista francese Xavier Giannoli, presentato nei giorni scorsi alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia.
Ispirato alla storia vera di Florence Foster Jenkins, il lungometraggio è il ritratto di un personaggio surreale, una donna che “ha dedicato la sua vita alla musica, alla bellezza. Ma, senza rendersene conto, è tragicamente stonata, sublimamente stonata. La cosa è comica perché è crudele”, spiega il regista.
Interpretata da Catherine Frot, la protagonista è circondata da una serie di personaggi altrettanto curiosi, tra cui un marito traditore, un maggiordomo protettivo, un giornalista aspirante scrittore, un poeta-illustratore con declinazioni surrealiste, una donna barbuta, un gigolò e un’ex stella dell’opera in decadenza.
Oltre alla storia di grande appeal, che ricorda che tutti noi abbiamo bisogno di illusioni per vivere, il film merita di essere visto per i costumi d’epoca e le scenografie che ricreano con cura e dettaglio le ambientazioni tipiche di quegli anni, tra fumerie d’oppio, locali avanguardisti e jazz club.