Colori e creatività fanno il loro ingresso nel carcere di Oristano, grazie all’iniziativa ideata dall’artista Salvatore Garau. L’obiettivo? Coinvolgere i detenuti in un progetto al confine tra pittura e cinema.
Condanna e reclusione, pene da scontare e intere esistenze da riportare sui binari della quotidianità: questi sono i concetti evocati dalla vita carceraria. Eppure a Oristano sta per essere messo in atto un progetto che aprirà le celle a una serie di esperienze creative, coinvolgendo i detenuti in attività artistiche potenzialmente utili al loro percorso di riabilitazione.
La tela, il documentario ideato dall’artista Salvatore Garau insieme a Fabio Olmi, direttore della fotografia, impegnerà i detenuti della casa circondariale sarda su più livelli. Alcuni di loro dipingeranno, insieme a Garau, una grande tela alta due metri e larga 5, dando libero sfogo alla propria immaginazione, mentre altri offriranno la storia della propria infanzia alle telecamere.
Soltanto cinque di questi racconti costituiranno la base di partenza per il lavoro di altrettanti registi italiani, invitati a produrre cinque cortometraggi della durata di cinque minuti ciascuno. L’esito finale sarà una pellicola di ottanta minuti prodotta dalla Blue Film di Roma e destinata a una distribuzione cinematografica e televisiva, in Italia e all’estero.