Si è spento, all'età di 80 anni, l'attore che ha lavorato a lungo con Pier Paolo Pasolini, secondo il quale impersonava l'autentica poesia della strada.
Di Franco Citti, era il volto dell’Accattone di Pier Paolo Pasolini. Proprio a quel ruolo, cui la figura dell’attore rimase legato per tutto il resto della vita, Franco Citti doveva gran parte della sua notorietà. Di certo, è da lì che inizia la sua carriera di interprete.
Fratello dello sceneggiatore e regista Sergio, Franco – scomparso oggi a Roma all’età di 80 anni – veniva dalla periferia romana, che all’epoca ospitava un sottoproletariato quasi del tutto privo di possibilità di riscatto. Incarnava in sé tutti i valori di autenticità che affascinavano Pasolini, che non a caso ne fece una sorta di “attore-feticcio”, tornando a scritturarlo molte volte.
Dopo essere stato Vittorio in Accattone, Citti era con Pasolini sul set di Mamma Roma al fianco di Anna Magnani; fu cannibale in Porcile, ser Ciappelletto nel Decameron, Satana ne I racconti di Canterbury, un demone ne Il fiore della Mille e una notte. Fu attore anche per il fratello in film sceneggiati insieme a Vincenzo Cerami, come Casotto o Minestrone.
Alla fine degli anni ’80 esordì alla regia col film Cartoni animati, riservando una parte per sé e Fiorello, dove riemergono i motivi e lo spirito pasoliniani. In ultimo aveva lavorato in teatro al fianco di Carmelo Bene.
Ma Franco Citti soffriva di una grave malattia da lungo tempo. A dare notizia della sua dipartita, l’amico e collega Ninetto Davoli.