Matteo Cibic interpreta in modo creativo un cantiere edilizio, attirando l'attenzione della cittadinanza sul lavoro di riqualificazione delle Torri progettate da Cesare Ligini negli anni Cinquanta.
Quest’oggi, mercoledì 13 gennaio, a Roma è stata annunciata una vasta iniziativa imprenditoriale, tutta incentrata sulla comunicazione visiva. Oltre a un logo rinnovato e alla relativa campagna istituzionale, TIM ha infatti presentato nella capitale un progetto architettonico e artistico che avrà un impatto certo su tutto il quartiere dell’EUR, già in questi giorni.
Da una parte, infatti, l’area presto conoscerà la riqualificazione delle Torri, progettate dall’architetto Cesare Ligini negli anni Cinquanta. La rigenerazione urbana dell’immobile vuole restituire a Roma un landmark iconico e aggiornato, tanto più che a firmare il progetto è uno studio di giovani italiani rigorosamente under 40, come voleva il bando per l’affidamento dell’incarico: a guadagnarsi la fiducia dell’impresa sono stati i progettisti di UNO-A, con una proposta all’insegna dei più avanzati principi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica.
Già adesso, però, le Torri non mancano di attrarre l’attenzione dei cittadini: la fase di cantiere è stata intelligentemente sfruttate per ospitare, sulle facciate dei futuri headquarters TIM, un’installazione artistica ideata da Matteo Cibic, a cura di Caroline Corbetta.
Rivestite con un particolare materiale metallizzato, realizzato proprio da Cibic, le vaste superfici così ottenute sono suddivise in macro-pixel, presentando gradazioni diverse di argento e azzurro, oltre a essere arricchite da un futuristico motivo grafico, che appunto allude alla rete di comunicazioni – e relazioni – tra gli esseri umani resa oggi possibile dalle nuove tecnologie.
“Oggi, rispetto a 10 anni fa, è sempre più indifferente esserci o non esserci fisicamente per vivere un evento a Barcellona Londra o New York. Se vuoi, puoi essere in questi posti contemporaneamente”, fa notare giustamente Cibic, a commento del suo progetto. “Viviamo in un mondo di specchi. Possiamo essere così vicini al tutto da esserne parte.”