La mostra in corso all'Istituto Giapponese di Cultura a Roma prosegue idealmente il percorso iniziato dall'artista a Venezia, in quel Padiglione nazionale che è stato tra i più apprezzati dell'ultima Biennale d'Arte.
Come già si percepiva nel Padiglione del Giappone durante la Biennale di Venezia dello scorso anno, l’artista Chiharu Shiota ha incentrato la sua recente ricerca artistica sui grandi temi dell’esistenza umana, ovvero l’amore – gli affetti – e la loro perdita a causa del tempo che ineluttabili ce li sottrae.
Follow the Line, la mostra all’Istituto Giapponese di Cultura a Roma aperta fino al prossimo 23 gennaio – riprende anche visivamente il lavoro presentato a Venezia: lì, ai fili rossi erano collegate chiavi raccolte in tutto il mondo; nella capitale, i filamenti scarlatti avvolgono proprio una casa, quella destinazione accogliente e familiare cui gli elementi di Venezia continuavano ad alludere, ammantando il Padiglione di una malinconia struggente.
Se la perdita – o la distanza irriducibile – era uno dei temi esistenziali al centro del progetto in Biennale, ricorre anche a Roma in modo ancora più diretto; al posto di oggetti che potrebbero ancora aprire spiragli, e quindi speranze, nella mostra capitolina l’artista porta effetti personali – scarpe, spazzole e specchi – freddi e irrimediabilmente muti, una volta privati del calore vitale di chi li utilizzava.