Nell'immaginario popolare, Sandro Botticelli è il pittore che più di ogni altro, nel Rinascimento, ha incarnato con le sue languide figure l'ideale della grazia. Nato a Firenze proprio il primo marzo, nel 1445, a 30 anni era già un artista al servizio della potente famiglia dei Medici, in una città dove all'epoca si respirava un fervore umanista senza precedenti, spinto dal neoplatonismo alla riscoperta del pensiero classico e delle sue arti. Da qui i tanti soggetti mitologici realizzati da Botticelli, cui si affiancano le opere a tema religioso e devozionale, secondo un'idea di spiritualità che voleva concialiare la cultura antica e gli ideali cristiani. Ma la vita ha in serbo per Botticelli anche una profonda crisi interiore, all'indomani della morte di Lorenzo il Magnifico (nel 1492) e alla comparsa sulla scena pubblica del predicatore Savonarola: influenzato dalle sue aspre critiche al costume dell'epoca, il Maestro rinascimentale arriverà a rinnegare la sua "maniera" precedente. Sarà la fine della sua arte? Al contrario, il tardo Botticelli sviluppa un nuovo stile, più ascetico e dai toni drammatici così estranei alla sua produzione precedente. Lasciandoci in eredità un corpus di opere dalla qualità altissima, che rispecchiano con incredibile chiarezza la parabola di un uomo e della sua stessa epoca.