Opera prima dell'architetto Giovanni Muzio, Ca’ Brütta è protagonista di una mostra al Castello Sforzesco di Milano. Fino al 20 luglio 2016, l'architettura viene raccontata da disegni, video e un'ampia sezione fotografica, con scatti di Berengo Gardin, Mulas e Basilico.
“Mai si vide tradursi in realtà più pazza e squinternata fantasia di architetto“: queste le parole usate da un cronista rimasto anonimo per presentare quella che sarebbe da lì in poi stata denominata Ca’ Brütta, autentica icona dell’architettura novecentista milanese, recentemente sottoposta a un intenso restauro.
Situata all’angolo tra via Turati e via della Moscova, l’opera prima dell’architetto Giovanni Muzio – fondatore del Movimento Architettonico-Urbanistico di Rinnovamento in Lombardia e artefice di progetti emblema del capoluogo lombardo, come il Palazzo dell’Arte di viale Alemagna e la sede dell’Università Cattolica a Sant’Ambrogio – è un simbolo della cultura degli anni Venti e Trenta.
Rispondendo perfettamente al principio ispirato dell’intera carriera architettonica di Muzio – “Non c’è architettura senza urbanistica” – Ca’ Brütta viene finalmente presentata con accuratezza ai milanesi e ai visitatori di passaggio in città.
Curata da Giovanni Tomaso Muzio, responsabile dell’Archivio Muzio, dalla photo editor Giovanna Calvenzi e dalla Società Dodecaedro urbano, Ca’ Brütta 1921 – Giovanni Muzio Opera Prima è articolata in due sezione e in due sedi contigue: la prima – nella Sala del Tesoro – propone un’ampia rilettura storica dell’edificio; la seconda – nella Sala Viscontea – raccoglie le immagini dedicate alla struttura da una trentina di fotografi, come Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel, Ugo Mulas e Gabriele Basilico.