Dal 2 al 7 maggio prossimi, lo Spazio Oberdan ospita un ciclo di proiezioni incentrato sul grande regista cileno. A cominciare dal film che ha conquistato la giuria del Festival di Berlino lo scorso anno.
Dall’influenza della cultura pop statunitense sul mondo sudamericano, al referendum del 1988 che detronizzò Pinochet: l’America Latina di Pablo Larraín, quarantenne cileno tra i registi più apprezzati a livello internazionale, è un universo emozionante e suggestivo ma non idealizzato, dove trovano spazio i più attuali temi civili.
Alla filmografia di Larraín, la Fondazione Cineteca Italiana dedica un ciclico di proiezioni a Milano, in programma allo Spazio Oberdan dal prossimo lunedì 2 maggio.
Si comincia da Il Club, che l’anno scorso ha confermato l’attenzione internazionale nei confronti del regista cileno: il film ha conquistato la giuria della Berlinale, che gli ha assegnato l’Orso d’Argento.
Ambientato in una piccola città di mare, il lungometraggio svela il passato di quattro sacerdoti, ritirati a vivere assieme in una casa isolata proprio per espiare ai proprio peccati… o lasciarseli alle spalle.
Una soluzione che vede però un ostacolo nell’arrivo di un quinto uomo, anch’egli appena caduto in disgrazia: la sua venuta riporterà a galla proprio gli eventi che i protagonisti speravano di poter ignorare.