Terminata MIA Fair, continua la fascinazione di Milano per i maestri dell'obiettivo. Stavolta, i riflettori sono puntati su Carlo Orsi, autore capace di spaziare attraverso i generi della fotografia.
Nato proprio a Milano nel 1941, già negli anni Sessanta Carlo Orsi imbracciava una macchina fotografica, con la quale osservava l’Italia e il mondo per conto di grandi riviste nazionali. La sua è una carriera inarrestabile, che ha saputo coniugare all’analisi dei grandi mutamenti umani e sociali la realizzazione di una serie di campagne memorabili, grazie alle quali alcune fotografie di Orsi si sono impresse indelebilmente nell’immaginario collettivo.
Era quindi un fotografo di moda, Carlo Orsi? Alla galleria Ca’ di Fra’ sono convinti che si riduttivo – e quindi un approccio sostanzialmente sbagliato – imbrigliare l’articolata evoluzione artistica dell’autore in un solo genere.
Per questo, la mostra che inaugurerà il prossimo 5 maggio punta a restituire tutta la complessità del lavoro di Orsi, che ha saputo sempre consegnare al pubblico scatti di grande impatto.
Sia che fossero realizzate per i grandi marchi del design e del fashion italiano – da Alias a Cassina, da Catellani & Smith a La Perla, sono diversi i brand che hanno affidato a Orsi la propria identità visiva – sia che si tratti dei grandi reportage a testimonianza dell’attività di Interplast, associazione non-profit che il fotografo ha seguito in India, Tibet, fino alla Bolivia, in una collaborazione che lo vede impegnato dal 2004: in mostra, potremo scoprire tutta la sensibilità – oltre che la maestria tecnica – grazie alla quale Orsi è risultato un fotografo completo, tra i pochi capaci di “cedere” alla grande sensualità del linguaggio della moda come di mantenere alto un interesse per tutto quanto accade nel mondo, da perfetto fotogiornalista.