Dal Divisionismo al Futurismo, una mostra raccoglie ‘i pittori della luce’

23 Giugno 2016

Carlo Carrà, Ciò che mi ha detto il tram, 1911

Punta a tracciare un percorso che riconnette le correnti artistiche del Divisionismo e del Futurismo la mostra I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo, l’appuntamento espositivo dell’estate 2016 del Mart Rovereto. Curata da Beatrice Avanzi, Daniela Ferrari e Fernando Mazzocca e co-prodotta con la Fundación MAPFRE di Madrid, la rassegna attinge alla collezione permanente del museo – alla quale si sommano importanti prestiti pubblici e privati – per indagare temi, tecniche ed esiti dei due movimenti.

Con la prima “uscita pubblica” alla Triennale di Brera di artisti come Segantini, Pellizza da Volpedo, Morbelli, Longoni, il Divisionismo fa la propria comparsa ufficiale nel 1891. Da quel momento si qualifica come movimento capace di incidere sul quadro artistico italiano a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, con una vocazione per il rinnovamento.
L’avanguardia futurista, capitanata dallo slancio rivoluzionario di Filippo Tommaso Marinetti e supportata dai pittori Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e dalla stesso Severini, viene considerata in qualche modo debitrice dell’esperienza divisionista.

Entrambe le correnti contribuirono in maniera significativa alla genesi della pittura moderna in Italia e la mostra I pittori della luce intende riaffermarne il ruolo e la relazione di continuità.

[Immagine in apertura: Carlo Carrà, Ciò che mi ha detto il tram, 1911]