La Laguna ospita il racconto di un’affascinante popolazione del Mali, la cui storia è testimoniata da una densa raccolta di oggetti rituali e d’uso quotidiano, in mostra al Museo di Storia Naturale.
Nonostante la sempre più diffusa globalizzazione, esistono ancora popoli capaci di preservare le proprie tradizioni e la loro autenticità. Ne sono un esempio i Dogon, cui è intitolata l’omonima mostra allestita fra le sale del Museo di Storia Naturale di Venezia.
Fino al 21 agosto, il pubblico potrà ammirare l’incredibile serie di oggetti raccolti da un collezionista italiano che, negli anni Sessanta, per ben sei volte, andò alla scoperta del Mali, il territorio originario della popolazione Dogon, spingendosi verso i villaggi della falesia del Bandiagara, dove era possibile entrare in contatto con un artigianato autentico, fatto di oggetti rituali e utensili da lavoro.
Composto di circa 240mila persone, il popolo Dogon ha una lunga tradizione agricola, che non ha impedito ai suoi membri di adattarsi nel tempo a vivere nelle impervie falesie rocciose, trasformate in forme di architettura. Rimasti relativamente isolati dal resto del paese fino al Novecento, i Dogon hanno sviluppato, nel corso di cinque secoli, una cultura originale. Animisti e fautori di una rigida organizzazione sociale e religiosa, ricorrono alle cerimonie rituali e alle danze come mezzo di espressione.