Un team di archeologi ha rivelato che gli affascinanti templi cambogiani apparterrebbero a un sistema di città decisamente più vasto, a oggi sommerso dalla foresta, che si estenderebbe per 22 chilometri quadrati.
È un luogo suggestivo, amato dai turisti di tutto il mondo, che non smette di serbare ancora segreti e, quindi, grandi scoperte: è il sito archeologico di Angkor Wat, in Cambogia. Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1992, i templi in pietra che svettano nei pressi della città di Siem Reap e che risalgono al 12esimo secolo farebbero in realtà parte di quella che, all’epoca, era la città più grande del mondo.
A rivelarlo gli studi di un team di archeologi capitanati da Damian Evans, pubblicati sul Journal of Archaeological Science. Dopo aver scoperto, nel 2012, alcune città connesse a quella che fu l’antica capitale dell’impero Khmer, gli esperti hanno proseguito le loro ricerche, incappando in risultati sorprendenti.
Grazie all’utilizzo di Lidar, una speciale tecnologia a laser pilotata dall’alto, gli archeologi hanno potuto scandagliare la vastissima area di 22 chilometri quadrati che circonda i templi, dimostrando che, sepolto dalla foresta, c’è un intero sistema urbano, il quale eguaglierebbe, per dimensioni, l’attuale capitale della Cambogia.