A fine agosto, alla Casa dei Tre Oci verrà ufficialmente inaugurata la stagione espositiva autunnale. In programma due grandi mostre dedicate ad altrettanti fotografi di fama mondiale. A cominciare dall'italiano Ferdinando Scianna.
Non una, ma due grandi mostre stanno per essere inaugurate in contemporanea presso la Casa dei Tre Oci, lo spazio espositivo a Venezia dedicato ai massimi esponenti della fotografia internazionale. Dal 26 agosto e fino a inizio gennaio 2017, René Burri e Ferdinando Scianna saranno i protagonisti dell’autunno in laguna.
L’esposizione del fotografo svizzero sarà tutta incentrata sulla rappresentazione dell’architettura e dei suoi artefici, complice la concomitanza di questa mostra con la Biennale di Architettura in corso proprio nella città lagunare.
Diverso ma altrettanto profondo è il legame che unisce invece il progetto di Ferdinando Scianna e Venezia, o meglio lo storico Ghetto ebraico.
In occasione del cinquecentenario della sua fondazione – il Ghetto nasce infatti il 29 marzo del 1516 – la Fondazione di Venezia ha commissionato a Scianna un progetto inedito: una ricognizione, attraverso un reportage in pieno stile street photography, della vita contemporanea del Ghetto.
Dalle architetture agli interni, dai ritratti dei residenti affacciati sulle calli alle targhe commemorative delle vittime della Shoah: Scianna ha ripreso ogni scorcio – in senso letterale e simbolico – del tessuto urbanistico e sociale di quest’area di Venezia.
Pur calato nel tempo presente e nei gesti più quotidiani, il Ghetto presenta così anche la sua dimensione rituale, densa di storia, facilmente percepibile a colpo d’occhio nell’inedita lettura compiuta dal fotografo originario di Bagheria.
Come ha poeticamente osservato il curatore Denis Curti, “Dentro queste fotografie ci si orienta. I punti cardinali si fanno abbraccio e segnano le linee di una confidenza visiva capace di entrare nei confini dell’intimità dei molti ritratti che compongono il complesso mosaico di questa esperienza: è il linguaggio degli affetti, è la grammatica dei corpi“.
[Immagine in apertura: Ferdinando Scianna, Cena di Shabbat nella sede del gruppo Chabad-Lubavitch © Ferdinando Scianna / Magnum Photos]