Gli Uffizi hanno annunciato il prestito della cosiddetta Venere di Urbino, capolavoro di bellezza e sensualità dipinto da Tiziano nel 1538. A distanza di cinque secoli dalla sua commissione, l'opera torna per la prima volta nelle stanze del Palazzo Ducale nella città marchigiana, per cui era stata realizzata.
Tra le immagini rinascimentali della bellezza femminile, la cosiddetta Venere di Urbino – dipinta da Tiziano nel 1538 per conto di Guidobaldo II Della Rovere, duca di Camerino e futuro signore di Urbino e di Montefeltro – è di certo tra le più celebri.
Complice appunto il suo status di capolavoro, nel corso dei secoli questo straordinario dipinto ha più volte cambiato collocazione, passando da Pesaro già nel Seicento e poi, sempre nel corso del XVII secolo, approdando a Firenze insieme all’ultima Della Rovere, Vittoria, che nel 1637 andava in sposa a Ferdinando II de’ Medici.
Ecco così spiegato perché l’opera è ora parte del patrimonio artistico degli Uffizi, che custodiscono la Venere di Urbino dal lontano 1736.
In tutti questi decenni, il dipinto ha viaggiato per il mondo, venendo esposto nei più prestigiosi musei internazionali – dal Prado di Madrid alla National Gallery of Western Art di Tokyo. Suona quasi come una beffa del destino, quindi, l’apprendere che in tutte queste tappe e “trasferte”, la Venere non sia mai tornata nella “sua” Urbino.
È un annuncio storico, allora, quello dato dal direttore della Galleria degli Uffizi pochi giorni fa: “La Venere di Urbino di Tiziano, un’icona di bellezza celebre in tutto il mondo, torna per la prima volta ‘a casa’, nelle stanze del Palazzo Ducale di Urbino per cui fu commissionata”.
Un ritorno sensazionale, che merita un’accoglienza in pompa magna: una volta tornata nella residenza per cui è stata originariamente concepita, la Venere dialogherà – dal 6 settembre al 18 dicembre prossimi – con una serie di capolavori rinascimentali degni della sua fama, come i dipinti di Piero della Francesca, la Città Ideale, lo Studiolo intarsiato di Federico da Montefeltro.