Uno dei più prestigiosi musei parigini apre le porte al celeberrimo artista belga, invitando il pubblico ad ammirare le sue opere da un punto di vista originale, mescolando filosofia e creatività.
Il Centre Pompidou di Parigi conferma il suo interesse verso i grandi maestri del Novecento. Dopo Munch, Matisse e Duchamp, stavolta tocca a uno degli artisti visionari per eccellenza animare le sale del museo francese. Fino al 23 gennaio 2017, Magritte: La trahison des images offrirà al pubblico un’affascinante chiave di lettura della produzione dell’artista belga.
Accostando famosissimi capolavori a opere meno conosciute, provenienti da collezioni private e pubbliche, la rassegna riunisce un centinaio di dipinti, disegni e documenti che testimoniano l’intensa passione di Magritte nei confronti della filosofia, dimostrato anche dalle lunghe discussioni fra l’artista e Foucault, sfociate nel noto saggio dell’intellettuale francese Ceci n’est pas une pipe del 1973.
Come dichiarato dallo stesso Magritte, il dipinto Les affinités électives segnò un vero e proprio punto di svolta nella sua poetica, determinando l’allontanamento degli automatismi surrealisti e l’avvio di un’incessante riflessione su quelli che l’artista definiva “problemi”, vere e proprie questioni da risolvere attraverso la pratica creativa.
La mostra della Ville Lumière punta i riflettori sui soggetti ricorrenti nell’opera di Magritte – tende, ombre, fuoco, parole e frammenti di corpi –, costantemente combinati e assemblati dall’artista in una sorta di discorso ininterrotto, messo in atto per rispondere alla sfida, filosofica e concettuale, della rappresentazione visiva.