Per la prima volta, il tema della neve viene indagato nelle opere di Giovanni Segantini, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Telemaco Signorini e di altri maestri dell'Ottocento italiano. Nella duplice accezione di fenomeno naturale ed elemento simbolico di grande suggestione.
Fino al 19 febbraio 2017, 25 opere dei maggiori interpreti dell’Ottocento italiano sono esposte alla GAMManzoni di Milano, nell’ambito della mostra Anima Bianca. La neve da De Nittis a Morbelli.
Come evocato dal titolo, l’appuntamento espositivo – curato da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, con un contributo critico di Elisabetta Chiodini – punta a testimoniare, per la prima volta in assoluto, la suggestione esercitata dalla neve sui maestri della pittura italiana dell’Ottocento.
Il fenomeno unifica dunque una selezione di lavori pittorici eseguiti da Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Carlo Fornara, Gerolamo Induno, Angelo Morbelli, Telemaco Signorini e altri ancora.
Attraverso varie sezioni tematiche, il percorso espositivo si concentrerà su specifiche poetiche, passando da una rappresentazione oggettiva, con scene di paesaggi di campagna o contesti urbani trasformati per effetto delle nevicate, ad un’indagine più sperimentale.
Nelle opere della sezione Il simbolo, infatti, la neve supera l’accezione di mero dato naturale per “comunicare qualcosa di più intrinseco e profondo”. Un compito assolto in particolare dal dipinto L’Aquilone di Carlo Fornara che, in occasione di Anima Bianca. La neve da De Nittis a Morbelli, verrà esposto a Milano dopo oltre un secolo.
[Immagine in apertura: Giuseppe De Nittis, Lezioni di pattinaggio, olio su tela, 54 x 73,7 cm. Immagine nell’articolo: Carlo Fornara, L’Aquilone, olio su tela, 135 x 154 cm]