La Svezia torna a omaggiare la celebre fotografa scomparsa all’età di 23 anni. Dopo la retrospettiva allestita lo scorso anno a Stoccolma, uno dei musei più importanti della Scandinavia ricorda un’artista dal talento impareggiabile.
A poco più di un anno di distanza dal suo debutto fra le sale del Moderna Museet di Stoccolma, On Being an Angel – la mostra monografica intitolata a Francesca Woodman – trova dimora nella sede di Malmö del prestigioso museo svedese che, fino al 19 marzo 2017, ospita un centinaio di scatti realizzati dall’artista durante la sua breve, ma intensa, esistenza.
Considerata una delle fotografe più iconiche del secolo scorso, la Woodman, morta suicida nel 1981, a soli 23 anni, ha lasciato un segno profondo nella storia della fotografia novecentesca, fungendo poi da modello per le generazioni più recenti. Le atmosfere oniriche, frutto di un sapiente ricorso al bianco e nero, contribuiscono a focalizzare lo sguardo su un tema ricorrente: il corpo – proprio e altrui – ritratto sullo sfondo di ambienti in abbandono, carichi di sospensione e sensualità.
Avvicinatasi alla pratica fotografica durante l’adolescenza, Francesca Woodman completò i suoi studi a Providence per poi spostarsi in Italia alla fine degli anni Settanta e fare successivamente ritorno negli Stati Uniti, a New York. La mostra svedese, curata da Anna Tellgren, ripercorre la fulminea carriera della Woodman, seguendone gli spostamenti e i soggetti.
Riunendo opere in piccolo formato e scatti di grandi dimensioni, la rassegna offre al pubblico un’azzeccata sintesi della poetica fotografica della Woodman, resa ancora più affascinante da un uso consapevole della tecnica. Giocati su proporzioni differenti, gli scatti dell’artista americana ingaggiano un fitto dialogo con lo spettatore, proponendo chiavi interpretative dalle tante sfumature.