A Basilea, lo studio di architettura svizzero Buol & Zünd firma un intervento che, attraverso il linguaggio dell'architettura, riesce a evocare le sonorità del jazz. Offrendo risposte efficaci alla richiesta di ambienti intimi, flessibili e dalle alte prestazioni acustiche.
Fresco vincitore di uno dei riconoscimenti in palio all’American Architecture Prize 2016, nella categoria Educational Buildings, il Jazz Campus firmato dallo studio Buol & Zünd a Basilea nasce dalla volontà di ridurre le distanze tra architettura e jazz. Realizzato tra il 2011 e 2013, l’edificio risponde alla necessità della città svizzera e della sua regione di dotarsi di un nuovo punto di riferimento per la pratica e l’ascolto della musica. La struttura, divenuta con il tempo un luogo d’incontro nel cuore della città per gli appassionati delle sette note, è sorta all’interno di una preesistenza. Mettendosi in ascolto delle necessità espresse da quanti avrebbero operato quotidianamente nel nuovo spazio, i progettisti hanno modificato la circolazione interna. Sono così sorti flussi indipendenti a supporto delle attività scolastiche e altri ad accesso pubblico, funzionali ai concerti, alle esibizioni e alle più svariate occasioni di convivialità. Le aule – più di 50 – sono provviste di luce naturale. Flessibili, in modo da rispondere al mutare delle necessità legate alla pratica e all’apprendimento, presentano altissime prestazioni in termini di isolamento acustico. A garantire l’apertura verso la città, oltre al cortile interno, provvedono anche le sale per i concerti e le performance live, contraddistinte da una sorta di “cielo interno dinamico” composto da decine di elementi in legno: un’evocazione del gusto per l’improvvisazione tipico del jazz.
[Immagine in apertura: Jazz Campus, Performance room with wooden soundbody, photo credit: Georg Aerni]