Un nuovo ciclo di eventi espositivi sta per animare il Centro Candiani di Mestre, regalando al pubblico l’opportunità di conoscere i capolavori custoditi dai Musei Civici di Venezia, grazie a una serie di “dialoghi tra i secoli”. Inaugura la rassegna il Maestro della Secessione Viennese.
Decisa a rinsaldare il legame tra Venezia e la terraferma, la Fondazione Musei Civici si accinge a inaugurare una nuova rassegna di eventi dedicati all’arte moderna e contemporanea che, con il titolo di Corto Circuito. Dialogo tra i secoli, porterà al Centro Culturale Candiani di Mestre una selezione di opere conservate nelle ricchissime collezioni civiche veneziane.
Spetterà al maestro per eccellenza della Secessione Viennese inaugurare l’inedito ciclo di “conversazioni” artistiche messo a punto dal direttore della Fondazione, Gabriella Belli. Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione, in programma dal 14 dicembre al 5 marzo 2017, riunirà oltre ottanta capolavori provenienti dalle collezioni della Fondazione Musei Civici di Venezia – Ca’ Pesaro, Museo Correr, Ca’ Rezzonico, Museo Fortuny, Museo di Palazzo Mocenigo – da alcuni musei come il Mart e da varie collezioni private nazionali e internazionali.
Il cuore pulsante della mostra sarà la celeberrima Giuditta II (Salomè) di Klimt, conservata presso Ca’ Pesaro. Realizzato dal grande artista austriaco nel 1909 per la Biennale Internazionale d’Arte dell’anno successivo, e acquisita proprio allora dal Municipio di Venezia per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, il dipinto ammalia grazie alla sua incredibile carica sensuale e ai richiami allo stile bizantino, rappresentando un vero e proprio emblema della creatività novecentesca.
A partire da essa, complice l’allestimento progettato dallo scenografo Pierluigi Pizzi, prenderà forma un dialogo a più voci tra antico e contemporaneo. Dalla figura biblica di Giuditta e dalla sua fortuna artistica tra Cinquecento e Seicento si innescherà una catena di rimandi al Simbolismo ottocentesco e al clima della Secessione Viennese, senza dimenticare l’interpretazione data da Sigmund Freud nel 1917 con Il tabù della verginità. Il cruciale passaggio da femme fatale a demone sarà evocata dal video Giuditta: metamorfosi sullo schermo, realizzato da un team di ricercatori dell’Università degli Studi di Padova, coordinati dal professor Gian Piero Brunetta: una galleria delle più celebri dive del grande schermo agli esordi del Novecento.
[Immagine in apertura: Gustav Klimt, Giuditta II, 1909, olio su tela, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Fondazione Musei Civici di Venezia, dettaglio]