Un’interessante mostra in terra svizzera celebra il genere tenebroso per eccellenza, scoprendone le tracce nella letteratura come nelle arti visive. A partire da alcuni personaggi entrati di diritto nell’immaginario collettivo.
A Ginevra, sulle rive del lago Léman, hanno preso vita due delle figure più iconiche della letteratura fantastica: il vampiro moderno e Frankenstein, nati rispettivamente dalla penna di John Polidori e Mary Shelley 200 anni fa. Per celebrare l’importante anniversario, il Muséè Rath ospita, fino al 19 marzo 2017, Le Retour des ténèbres L’imaginaire gothique depuis Frankenstein.
La rassegna si ispira ai due inquietanti romanzi – cui si aggiunge l’opera di Lord Byron, intitolata emblematicamente Darkness – per rintracciare l’evoluzione del genere gotico dall’Ottocento ai giorni nostri, analizzandone il tessuto storico e sociale di partenza e approfondendone l’influsso non solo nel campo della letteratura ma anche in ambito artistico.
Emblemi del gotico moderno, il Vampiro di Polidori e Frankenstein di Shelley sono le colonne portanti di un filone capace di superare i limiti della pagina scritta e di radicarsi così profondamente nell’immaginario collettivo da indurre scrittori e artisti a usarne gli stilemi per descrivere i grandi traumi della storia recente – dall’Olocausto alla bomba su Hiroshima, fino all’AIDS.
La mostra elvetica vede protagoniste una serie di opere, realizzate da un centinaio di letterati e artisti internazionali, che ripercorrono le vicende del gotico moderno. Libri, dipinti, fotografie, disegni, sculture e film – appartenenti alla collezione del MAH e a raccolte estere – evocano le atmosfere e le suggestioni di un genere che ha fatto epoca.
[Immagine in apertura: Félix Bracquemond Français, Le Corbeau, 1854, acquaforte, 224 x 176 mm © MAH Genève, inv. E 2009-0311. Photo: MAH CdAG]