Dopo ' Gare du Nord' al Teatro Anatomico de Waag di Amsterdam e 'Gare du Sud' al Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, fa tappa a Padova il progetto che intende suggerire nuove chiavi interpretative del patrimonio storico-artistico di questa particolarissima tipologia architettonica, le cui origini affondano nella nascita della scienza moderna.
Attiveranno un confronto su tema della visione e sullo “strumento della vista”, le opere di Alberto Burri, Nicola Samorì e Gustave Joseph Witkowski selezionate per la mostra Gare de l’Est. Ospitati negli ambienti unici del Teatro Anatomico dell’Università di Padova (nella foto in apertura), all’interno di Palazzo del Bo, i lavori esposti colpiscono per la loro eterogeneità. A emergere, per impatto e popolarità del suo autore, è innanzitutto il Cretto firmato dall’artista umbro e concesso dalla Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri.
Curata da Chiara Ianeselli, con la collaborazione di Giovanna Valenzano e Maurizio Rippa Bonati e il patrocinio dell’Ateneo patavino, la mostra resterà aperta fino al 15 marzo 2017; potrà essere visitata nell’ambito delle visite guidate a Palazzo Bo.
Questa esperienza espositiva – che arriva dopo le precedenti esposizioni allestite presso il Teatro Anatomico de Waag di Amsterdam – Gare du Nord – e il Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna – Gare du Sud – punta a far emergere nuove letture in grado di dialogare, tramite l’arte, con il patrimonio storico-artistico di queste storiche location.