Dall' 'Autoritratto' di Oskar Kokoschka fino a lavori di René Magritte, Cindy Sherman, Andy Warhol e molti altri ancora: al Museum De Fundatie di Zwolle, 100 opere tracciano l'evoluzione del ritratto nel corso di un intero secolo.
Picasso, Kokoschka, Brancusi, Magritte, Warhol, Richter, Malevich, Klein e Woodman: sono alcuni degli artisti presenti all’interno della grande mostra Behold the Man: 100 years, 100 faces. In corso al Museum de Fundatie di Zwolle – fino al 15 gennaio 2017 – questo appuntamento espositivo prende le mosse da un’idea guida semplice, ma molto efficace: restituire ciascuno dei 100 anni dell’ultimo secolo, attraverso altrettanti ritratti.
La rappresentazione di 100 diverse personalità, esattamente una per ogni anno, offre ai visitatori la possibilità di comprendere l’evoluzione del genere della ritrattistica, riuscendo nello stesso tempo a delineare le metamorfosi del mondo moderno.
Curata dal critico d’arte Hans den Hartog Jager, Behold the Man: 100 years, 100 faces prende avvio con l’analisi del decennio 1910/1920, ripercorrendo con un metodo puntuale tutte le metamorfosi intercorse nella rappresentazione della figura umana.
In questa analisi, il percorso espositivo intercetta e fa propri i movimenti artistici che si susseguono, di pari passo con l’affermazione di nuove tecniche, come la fotografia. Lo sguardo della mostra, inoltre, rivela come le trasformazioni sociali dovute ai grandi eventi internazionali, tra cui la Prima Guerra Mondiale o la Rivoluzione Russa, abbiano inciso nello sviluppo delle correnti artistiche e delle carriere di singoli autori.
Tra le opere in mostra, a segnare una sorta di “cambio di epoca” si colloca la scultura in bronzo Sleeping Muse di Constantin Brancusi. Da quel momento, il genere del ritratto inizia a intraprendere un nuovo percorso, distanziandosi progressivamente dall’idea di raffigurare un soggetto restituendone nella sua identità fisica.
Così, a farsi strada sono l’immaginario e la poetica dei singoli artisti: ciascuno, nella definizione della figura umana immette nuove forme e significati. Distorcendo il volto e rendendo meno immediata la riconoscibilità di un individuo, le opere in mostra attestano come, a partire dall’analisi di un corpo, la ritrattistica sia capace di rivelare la ricchezza e la complessità del mondo moderno.
[Immagine in apertura: Seiichi Furuya, IZU, 1978. Photo, 80 x 64 cm. © Seiichi Furuya. Courtesy Galerie Thomas Fischer]