Arata Isozaki, Superstudio, Kenzo Tange, Alphaville Architects, DAP Studio, Sou Fujimoto, OFL Architecture, Orizzontale: sono alcuni dei nomi dell'architettura italiana e giapponese al centro della mostra 'Architettura Invisibile' in programma, dal 19 gennaio, al Museo Carlo Bilotti di Roma.
Dopo 50 anni dalla fondazione delle due fondamentali correnti dell’avanguardia architettonica internazionale – i Metabolisti in Giappone e i Radicali in Italia – una mostra al via al Museo Carlo Bilotti di Roma attiva un percorso di ricerca parallelo dedicato a quelle cruciali esperienze. Organizzata dalla Fondazione Italia Giappone e inserita nel programma delle celebrazioni per il 150esimo anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, l’esposizione raccoglie una molteplicità di autori di primissimo piano, di ieri e di oggi. L’obiettivo di Architettura Invisibile è porre enfasi sulle affinità e sulle distanze intercorse tra le due pionieristiche sperimentazioni del Novecento.
Curata da Rita Elvira Adamo – giovane ricercatrice che l’ha concepita a partire da uno studio comparativo elaborato presso la London Metropolitan University – oltre ai lavori dei più rappresentativi progettisti del movimento metabolista e delle avanguardie radicali italiane, la mostra estende la propria visione ai giorni nostri.
Nella sezione conclusiva, infatti, i temi centrali dell’intero percorso espositivo – Ambiente, Tecnologia, Abitare – verranno declinati anche attraverso esperienze recenti.