Scomparso lo scorso 30 dicembre a 106 anni, l'artista di origine cinese Tyrus Wong lega indissolubilmente il proprio nome all'amatissimo personaggio di Bambi, protagonista del capolavoro Disney datato 1942 che, a ben vedere, si ispira in modo rivoluzionario proprio alla pittura dell'Estremo Oriente...
Originario di un piccolo paese dell’area sud est della Cina, l’illustratore, designer, litografo, ceramista e pittore cinese Tyrus Wong ha conquistato solo negli ultimi 15 anni della sua esistenza il giusto tributo per il suo fondamentale contributo in Bambi, il film di animazione prodotto dalla Disney negli anni Quaranta.
La sua recente scomparsa – lo scorso 30 dicembre – ha riacceso i riflettori su una figura a lungo considerata di secondo piano, la cui biografia restituisce le difficoltà e gli ostacoli che gli immigrati cinesi conobbero nel corso del Novecento negli Stati Uniti.
Lasciata la Cina con il padre da ragazzino – non avrebbe mai più rivisto la madre e la sorella, che non intrapresero in viaggio – Tyrus Wong approdò via mare in California, dove dopo qualche anno avrebbe iniziato a operare come storyboarder nell’industria del cinema. Nel 1938 avviò l’esperienza di lavoro presso la Disney, dove ricoprì a lungo un ruolo poco creativo, occupandosi dei disegni cosiddetti “intermedi”.
Grazie al suo background visivo, fortemente ispirato dalla terra d’origine, si impose come figura decisiva per superare alcune difficoltà connesse con la preparazione di Bambi. In particolare i suoi dipinti, raffiguranti malinconici paesaggi, destarono l’interesse di Walt Disney e, come raccontano le cronache dell’epoca, divenne un punto di riferimento per l’intera produzione del film.
Discriminazioni, imprevisti – tra cui il licenziamento dalla Disney – e altre difficoltà si susseguirono nel corso della sua vita, fino ad arrivare al tardivo “riscatto”. Nel 2001 fu infatti nominato Disney Legend; grazie anche ad alcune mostre successive, in molti hanno finalmente avuto l’occasione di emozionarsi con la sua storia personale, oltre che con la sua più celebre opera.