6 Febbraio 2017
A circa tre mesi dall’opening della 57. Esposizione Internazionale d’Arte, la curatrice Christine Macel e il presidente Paolo Baratta hanno reso note le linee guida di una rassegna “umanista”.
L’attesa è già alta nei confronti di uno degli eventi espositivi più conosciuti e frequentati al mondo. Stiamo parlando della Biennale d’Arte di Venezia, il cui titolo per il 2017, Viva Arte Viva, annunciato negli scorsi mesi, ha da subito focalizzato l’attenzione sulla componente vitale e concreta del gesto artistico.
Di fronte a una sala gremita di giornalisti e addetti ai lavori internazionali, la curatrice Christine Macel e il presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, hanno esplicitato i dettagli di un evento che, dal 13 maggio al 26 novembre prossimi, punterà lo sguardo sul ruolo dell’artista e della sua opera, offrendo importanti occasioni di dialogo e incontro fra i 120 autori invitati e il pubblico.
Una Biennale a forte impronta umanista, dove “l’atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”, come sottolineato da Baratta. Saranno 800 le opere in mostra e 85 i padiglioni nazionali, mentre la mostra internazionale potrà contare su 9 Trans-padiglioni, così definiti dalla curatrice per sottolineare il criterio di fluidità alla base della rassegna.
Dal Padiglione degli artisti e dei libri al Padiglione del tempo e dell’infinito, passando attraverso tradizioni antropologiche, sciamanesimo, elementi dionisiaci e colori, il percorso della prossima Biennale d’Arte si preannuncia carico di suggestioni, dando la parola, fra gli altri, ad artisti che fanno della componente partecipativa e dialogica il loro marchio di riconoscimento, come Olafur Eliasson ed Ernesto Neto.