C'è tempo fino al 27 febbraio per visitare la mostra 'Savage Architecture. Gian Piero Frassinelli, Superstudio and 2A+P/A'. Ospitata presso il Politecnico di Milano, ripercorre 50 anni di 'architettura selvaggia', che "rifiuta di imporre il potere della ragione sulla dimensione simbolica, animale, vitale e quindi politica dell’uomo".
Prende avvio dalla ricerca dell’architetto Gian Piero Frassinelli – tra gli esponenti di spicco del collettivo fiorentino Superstudio, al quale aderì alla fine degli anni Sessanta – la mostra Savage Architecture, aperta al Politecnico di Milano fino al 27 febbraio 2017. Allestita presso lo Spazio Mostre Guido Nardi dell’Ateneo lombardo, la rassegna assegna particolare attenzione al tema delle intersezioni tra architettura e antropologia, con un focus sulla recente collaborazione tra Frassinelli e lo studio romano 2A+P/A. Curata da Davide Sacconi – autore anche del volume che la accompagna, pubblicato da Black Square nel 2016 – Savage Architecture propone “un viaggio in quattro tappe” fino alla radice della relazione tra architettura e uomo.
I progetti presentati sono il Centro Studi di Antropologia, del 1968, inedita tesi di laurea di Frassinelli; le Dodici Città Ideali del 1972; il Museo Etnografico di Budapest, del 2014, e l’Archivio Centrale delle Culture Umane, del 2015, entrambi frutto dell’attività congiunta tra Frassinelli e 2A+P/A. Analizzando un cinquantennio di ricerca architettonica sarà possibile comprendere come “l’Architettura Selvaggia guarda al primitivo senza il peso del progresso o dello sviluppo ma piuttosto con la libertà del barbarico e la saggezza dell’ancestrale, e con la profonda consapevolezza che il sapere architettonico è sempre sapere collettivo.”
Dopo le tappe di Londra – dove è stata ospitata presso l’Architectural Association – e di Milano, Savage Architecture verrà prossimamente riproposta anche a Parigi e Roma.