15 Marzo 2017
Con 'Picasso Portraits', il Museu Picasso de Barcellona propone un'esplorazione nel genere del ritratto, esaminato dall'occhio del geniale artista spagnolo. Con 80 capolavori esposti, provenienti da collezioni pubbliche e private.
È il risultato di una sinergia tra il Museu Picasso de Barcelona e la National Portrait Gallery di Londra, la mostra che – dal 17 marzo prossimo – accende i riflettori sulla centralità della ritrattista nella produzione di Pablo Picasso. Nel percorso espositivo, curato da Elizabeth Cowling, il padre del cubismo viene indagato attraverso 80 opere, provenienti da collezioni sia pubbliche sia private.
La mostra, ospitata fino al 25 giugno 2017 proprio nel museo intitolato ad uno dei maestri internazionali dell’arte del Novecento, fa luce sui mezzi tecnici e sull’eterogeneità degli stili impiegati da Picasso nel campo della ritrattistica.
Dora Maar, Guillaume Apollinaire, Jean Cocteau, Maria Benz, Françoise Gilot, Max Jacob, Lee Miller, Fernande Olivier, Jacqueline Roque, Olga Khokhlova, Jaume Sabartés, Erik Satie, Igor Stravinsky, Miguel Utrillo e Marie -Thérèse Walter furono solo alcune delle personalità, scelte dall’artista nella cerchia della famiglia e delle amicizie personali, per mettersi alla prova con questo genere.
Nella maggior parte dei casi, Picasso eseguì questi lavori in maniera autonoma, agendo senza vincoli relativi a commissioni o richieste esterne: una condizione che gli consentì di operare in piena libertà espressiva.
Tuttavia, come cercherà di mettere in evidenza anche la rassegna di Barcellona, lo slancio rivoluzionario di Pablo Picasso non coincise con una volontà di completa rottura rispetto all’arte del passato. Nei suoi ritratti, allo stesso tempo capaci di rivelarsi fedeli all’identità dei soggetti raffigurati, ma anche estremamente innovativi, l’autore de Les demoiselles d’Avignon e di Guernica non rinunciò a inserire sottili allusioni alla produzione dei grandi maestri.
[Immagine in apertura: Pablo Picasso, Ritratto di Olga, 1923]