Si appresta a compiere dieci anni il festival lagunare dedicato al dialogo fra scrittori e storie provenienti da ogni parte del mondo. Anche in questa occasione il parterre di ospiti sarà ricco di voci illustri, a cominciare dal Premio Nobel Orhan Pamuk.
In un clima incerto come quello dei nostri giorni, solcato da pericolose spinte verso l’appiattimento del confronto culturale, riaffermare l’importanza di un dialogo tra pensieri, contesti geografici e humus creativi differenti è un gesto che merita attenzione.
Proprio questa apertura al confronto anima la decima edizione di Incroci di civiltà, il festival letterario in scena a Venezia dal 29 marzo al primo aprile, con una serie di eventi che hanno già registrato il tutto esaurito. Promossa dal Comune e dall’Università Ca’ Foscari, la rassegna porterà in Laguna i grandi nomi della letteratura internazionale, favorendo lo scambio di suggestioni culturali e linguistiche in varie sedi della città.
Sarà Orhan Pamuk (nella foto in apertura di Maka Gogaladze, fonte Wikipedia) a dare il via alla kermesse, seguito, il giorno successivo, da autori del calibro di Kirino Natsuo, Simona Vinci, Abraham B. Yehoshua e Michael Chabon. Venerdì 31 marzo, spazio alla poesia con – fra gli altri – Jeffrey Wainwright e Michele Gazich, cui si affiancheranno Cees Nooteboom, Vikram Seth e l’omaggio del Teatrino di Palazzo Grassi ad Abbas Kiarostami. Gran finale, sabato primo aprile, in compagnia di Hisham Matar, Dany Laferrière e Charlotte Rampling.