È un metaforico ritorno a casa, quello compiuto dalle opere delle celeberrima fotografa: presto in mostra nella Grande Mela, in una galleria che dista a pochi chilometri dai luoghi in cui le stesse fotografie sono state scattate.
Vera e propria icona della fotografia, Diane Arbus ha saputo immortalare i tanti volti dell’umanità, regalando all’arte dell’obiettivo nuovi, e talvolta spiazzanti, soggetti. A distanza di quasi 50 anni dalla sua scomparsa, la galleria Lévy Gorvy di New York ne celebra il ricordo con una mostra originale, che parla il linguaggio della Grande Mela.
A partire dal 2 maggio, e fino al 24 giugno, lo spazio espositivo d’oltreoceano farà da sfondo a Diane Arbus: In the Park, la prima rassegna incentrata esclusivamente sulle istantanee realizzate dalla fotografa nella cornice di Central Park e Washington Square, luoghi fra i più rappresentativi della Grande Mela, situati a pochi chilometri dalla stessa galleria.
Interessata ai soggetti frutto di incontri non prevedibili, la Arbus trovò negli spazi pubblici newyorkesi un ottimo terreno di indagine per la realizzazione dei suoi scatti. I protagonisti appartengono spesso al novero degli sconosciuti incontrati una sola volta, rendendo dunque ancora più unici e preziosi i loro ritratti. Fra le opere esposte, alcune immagini raramente mostrate al pubblico affiancano scatti ben più noti, offrendo una panoramica composita sull’universo newyorkese della Arbus.
Allieva di Berenice Abbott, Alexey Brodovitch e Lisette Model, la Arbus diede vita a uno stile fotografico inconfondibile, conseguendo illustri riconoscimenti non solo durante la propria esistenza, ma anche post mortem. Come l’inclusione fra gli artisti partecipanti alla Biennale di Venezia del 1972, un onore attribuito per la prima volta a un fotografo americano.
[Immagine in apertura: Two ladies walking in Central Park, N.Y.C. 1963
© The Estate of Diane Arbus]