Fino al 3 settembre 2017, la Sale delle Arti della Reggia di Venaria accoglie, nell’allestimento dell’artista Pietro Ruffo, un'interessante mostra che ripercorre la storia di una delle tendenze più longeve della moda internazionale.
Con la mostra Jungle. L’immaginario animale nella Moda, fino al 3 settembre prossimo, il sontuoso complesso della Reggia di Venaria, apre le porte a un’inedita esplorazione che intercetta i territori dello stile e del gusto. Ideata da Ludovica Gallo Orsi, organizzata e realizzata dal Consorzio La Venaria Reale, l’esposizione riunisce un centinaio di manufatti, tra abiti e accessori, per ripercorrere l’evoluzione dell’animalier e delle zoomorfie. Questa tendenza, come noto, attinge al multiforme universo animale per dare vita a nuove interpretazioni da impiegare nel campo della moda.
Attraverso uno scenografico allestimento progettato dall’artista Pietro Ruffo in collaborazione con Studio Kami Architects, il percorso espositivo prende avvio con l’abito Jungle, celebre opera di Christian Dior. Datato 1947, introduce i visitatori in un viaggio tra le più significative declinazioni dell’animalier nella haute couture.
A partire dalla sua comparsa, infatti, ha incoraggiato varie generazioni di artisti a misurarsi con questo tema, rendendo evidenza della sua versatilità e dell’immediata capacità di evocare un immaginario a metà strada tra “erotismo e trasgressione, gioco ed eleganza“.
In particolare, in Jungle. L’immaginario animale nella Moda, i visitatori avranno modo di esaminare le visioni – eterogenee per estetica, qualità dei materiali, forme, rilevanza stilistica e concettuale – proposte da alcuni dei più celebri fashion designer internazionali. In un itinerario che abbraccia le produzioni Jean Paul Gaultier, Azzedine Alaïa, Roberto Cavalli, Gianfranco Ferré, Valentino, Maurizio Galante, Fausto Puglisi, Givenchy e Stella McCartney, Krizia, non mancano neppure gli abiti tecnologici di Iris Van Herpen e le creazioni di giovani stilisti.
Come ha osservato Simona Segre Reinach, docente presso l’Università di Bologna, “Jungle. L’immaginario animale nella Moda, dunque, non tratta genericamente la riproduzione del manto e delle forme animali, ma vuole comprendere il tema entro una prospettiva storica e culturale, quella della moda moderna. Una modernità iniziata con la ripresa del predominio francese sullo stile nel secondo dopoguerra e giunta fino alle molteplici rappresentazioni dell’animalier nel nostro presente globalizzato e contaminato. Un progetto non solo teso a evidenziare i cambiamenti di gusto, ma anche i profondi sommovimenti degli equilibri e delle visioni che il perfetto sismografo della moda non manca di segnalare a chi è in grado di leggerlo.”
Nella temporanea “giungla monocroma in legno, dove ogni elemento animale e naturale viene esploso e ricomposto attraverso una serie di piani perpendicolari e spogliato dalla sua pelle“, definita dall’allestimento, le cromie degli animali e della giungla si rivelano capaci di un “suggestivo trasferimento”, dalla Natura alla superficie degli abiti.