Porta la firma di William Oldroyd, la pellicola che da qualche giorno ha raggiunto i grandi schermi cinematografici nostrani, mutuando dalla tragedia shakespeariana il nome dell’agguerrita protagonista e una certa "spregiudicatezza" nello stabilire ciò che è moralmente giusto o sbagliato.
Non c’è alcun rimando all’opera del Bardo, se non il nome del personaggio principale, in Lady Macbeth, il film d’esordio di William Oldroyd: invece che a Shakespeare, il lungometraggio è ispirato al romanzo di Nikolaj Leskov, Lady Macbeth del Distretto di Mcensk, in cui il cuore pulsante della narrazione è il personaggio di Katherine.
In concorso alla 34esima edizione del Torino Film Festival, il lungometraggio narra la storia di una donna capace di mettere in campo azioni violente e spregiudicate pur di combattere i pregiudizi e le regole della società inglese ottocentesca, ben poco incline a concedere libertà e attenzione all’universo femminile.
Appena 17enne, Katherine, interpretata da Florence Pugh, è costretta a sposare un uomo di mezza età, ritrovandosi incatenata in un rapporto privo di amore e di rispetto. Dopo aver intrapreso una relazione clandestina con un giovane dipendente del marito, Katherine non esiterà a compiere le azioni più efferate, in difesa della propria autonomia, svelando una determinazione implacabile che richiama, da lontano, l’indole della Lady shakespeariana.