Da Audrey Hepburn a Marlene Dietrich; da Marlon Brando a Paul Newman: i divi leggendari dell’epoca d'oro hollywoodiana sono protagonisti di una mostra fotografica al via a Roma, che fa luce anche sulla meticolosa azione dei fotografi di scena, operosi e invisibili costruttori della fama di questi artisti.
Propone una vera e propria immersione nelle suggestioni – e nei backstage – dell’epoca d’oro del cinema made in USA, Hollywood Icons. Fotografie dalla Fondazione John Kobal, la mostra ospitata dal 24 giugno al 17 settembre 2017 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il percorso espositivo si snoda tra 161 ritratti, scattati negli studi cinematografici statunitensi nel corso della preparazione di numerose pellicole, risalenti al lungo arco temporale compreso tra gli anni Venti e i Sessanta.
Seguendo un filone temporale e attraverso un’organizzazione per decenni, le immagini consentono di spostare l’attenzione sulle figure nascenti dei divi del cinema e di tratteggiare, nello stesso tempo, il ritratto, umano e professionale, del collezionista e storico del cinema John Kobal. Dai suoi archivi provengono infatti le opere in mostra, che offrono una panoramica estesa a partire dalle leggende del muto, come Charlie Chaplin e Mary Pickford.
In mostra compaiono anche gli interpreti dei primi film sonori, tra cui Marlene Dietrich, Joan Crawford, Clark Gable e Cary Grant; l’orizzonte si sposta fino ai “giganti del dopoguerra”, con fotografie di personaggi divenuti leggende internazionali come Marlon Brando, Paul Newman, Marilyn Monroe. Presenti anche i divi nostrani Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
Più di 50 i fotografi artefici dei ritratti esposti nella rassegna capitolina; tra loro Clarence Sinclair Bull, Eugene Robert Richee, Robert Coburn, William Walling Jr, John Engstead, Elmer Fryer, Laszlo Willinger, A.L. “Whitey” Schafer e Ted Allan.
Scomparso prematuramente a 51 anni nel 1991, John Kobal comprese tra i primi l’importanza di quanto stava avvenendo nella nascente industria il cinema e tutto il suo potenziale, in particolare sul fronte dell’immagine. Questa posizione lo motivò nelle sue ricerche, spingendolo a dedicarsi anche “al lavoro pionieristico di riesumare le carriere di alcuni tra questi maestri della fotografia d’epoca classica hollywoodiana.”
Sul finire degli anni Sessanta, iniziò ad allestire mostre in tutto il mondo, raggiungendo con le sue stampe originali istituzioni come il Victoria & Albert Museum e la National Portrait Gallery a Londra, il MoMA a New York, la National Portrait Gallery a Washington DC, il Los Angeles County Museum of Art a Los Angeles.
[Immagine in apertura: Audrey Hepburn, photo by Bud Fraker, 1954. Paramount Pictures (c) John Kobal Foundation]