Una delle mete più frequentate da utopisti, dissidenti e artisti del secolo scorso torna ad accogliere il pubblico di oggi. Grazie a un restauro che ha consentito di portare nuovamente in scena la mostra curata da Harald Szeemann nel 1978.
Sono trascorsi quasi 40 anni dal giorno in cui il celeberrimo curatore di origini bernesi Harald Szeemann allestì la mostra Monte Verità Ascona – le mammelle della verità, in omaggio al luogo che per decenni era stato meta di artisti e personalità lontane dalle convenzioni, giunte sul Monte Verità – un tempo Monte Monescia, in Canton Ticino, sul Lago Maggiore – alla ricerca di uno spazio dove praticare un’esistenza alternativa a quella imposta dalla società borghese.
Oggi la rassegna, frutto dell’impegno di Szeemann nel recuperare fotografie, dipinti e oggetti che testimoniassero la vita di una comunità vegetariana e dedita al rispetto della natura, torna ad animare il Monte Verità grazie al restauro di Casa Anatta, fondata nel 1904 da Henri Oedenkoven e Ida Hofman, fondatori della colonia.
Proprio come 40 anni fa, la Casa è tornata a ospitare la mostra, dopo un deciso intervento di recupero dell’edificio, ridotto in pessime condizioni. L’iniziativa vuole essere un primo passo verso la rinascita del Monte Verità, sorto per accogliere attività artistiche e culturali in genere. Basti pensare che fu frequentato da personaggi del calibro di Paul Klee e Alexej von Jawlensky.
[Immagine in apertura: Monte Verità, Ascona, Bauhaus Hotel. Immagine nell’articolo: Fotografo ingnoto, Monte Verità, Ascona, girotondo dei primi vegetariani, 1910 ca. – Bellinzona, Archivio di Stato del Cantone Ticino, Archivio Fondazione Monte Verità, Fondo Harald Szeemann]