Riflette sul passato culturale della Cina, la mostra allestita in una delle sedi espositive più affascinanti della Laguna. Dopo una serie di inaspettate peripezie, le opere di diciassette artisti contemporanei sono finalmente sbarcate a Venezia.
Fino al 26 novembre, le Tese 98 e 99 dell’Arsenale nord di Venezia fanno da cornice a Memory and Contemporaneity, la mostra-evento collaterale della 57esima Biennale d’Arte che innesca un dialogo fra il passato e il presente della Cina attraverso i lavori di 17 artisti contemporanei, impegnati in una riflessione sulla memoria storica e culturale del proprio Paese.
Curata da Davide Rampello, Gianfranco Maraniello, Wang Yamin e Sun Jianjiun, la rassegna ha conosciuto degli esordi concitati, poiché le oltre 50 opere esposte sono rimaste bloccate per oltre due mesi nello Sri Lanka a causa dell’incendio che aveva colpito il cargo su cui viaggiavano. Finalmente inaugurata, la mostra testimonia lo sguardo di alcuni fra gli artisti cinesi più affermati del momento ‒ quali Xu Bing, Gu Wenda, Qiu Zhijie, Song Dong, Peng Wei e Shang Yang ‒ sulla storia dei propri luoghi d’origine, a cominciare da un simbolo indiscusso: la Città Proibita.
Come sottolinea Gianfranco Maraniello, “Memory and Contemporaneity non è solo l’occasione di osservare i lavori di alcuni dei più interessanti artisti cinesi della scena recente, ma è il tentativo di considerare più profonde radici in una tradizione culturale che, a partire dall’immaginario della Città Proibita, si apre a valori non omologati per l’arte contemporanea”.
[Immagine in apertura: Li Songsong, Beihai, acrilico su tavola, 2016]