Fino al 4 ottobre, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York accoglie la mostra "Mystical Symbolism: The Salon de la Rose+Croix in Paris, 1892–1897" per ripercorrere la vicenda dell'annuale esposizione curata dal critico e "gran sacerdote dell’occulto" Joséphin Péladan nella capitale francese.
L’esperienza delle sei mostre svoltesi a Parigi tra il 1892 e il 1897 è al centro di una mostra senza precedenti nella storia del Solomon R. Guggenheim Museum di New York. La prestigiosa istituzione statunitense ha scelto di ricostruire la storia dei Salon de la Rose+Croix ideati e curati da Joséphin Péladan, l’eccentrico critico autoproclamatosi “gran sacerdote dell’occulto” che fu promotore della diffusione del cosiddetto Simbolismo mistico.
Curata da Vivien Greene, con la collaborazione di Ylinka Barotto, l’esposizione riunisce le opere di pittori e scultori che operarono in Francia, Belgio, Finlandia, Olanda, Italia e Svizzera sul finire dell’Ottocento, accomunati dall’interesse verso tematiche che rimandano a una vena ermetica e spirituale.
Il corpus di opere presentate, circa 40, raccoglie artisti più o meno noti, tra cui Antoine Bourdelle, Rogelio de Egusquiza, Jean Delville, Charles Filiger, Ferdinand Hodler, Fernand Khnopff, Alphonse Osbert , Armand Point, Georges Rouault, Carlos Schwabe, Alexandre Séon, Jan Toorop, Ville Vallgren e Félix Vallotton.
Aperta fino al 4 ottobre nella sede statunitense e destinata a raggiungere l’Italia per un’esposizione omologa alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia – in programma dal 28 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018 – la mostra offre un’immersione nell’universo visionario di questi artisti. Attraverso dipinti, sculture e opere su carta, questi interpreti del Symbolism Mystical si dedicarono alla reinterpretazione di soggetti misteriosi, legati alla mitologia e alla letteratura antica.
Ricorrente nei loro lavori sono la figura di Orfeo, il tema dell’adulazione dei Primitivi e il culto della personalità. Una materia complessa e stratificata, di natura mitica o religiosa, nella quale prevalsero simboli arcani, eteree figure femminili, creature androgeni o mostruose, corpi allungati, linee sinuose.
Gli artisti legati a questo universo diedero vita a opere eterogenee per stile e interpretazione ideologica, nelle quali lo stesso sono identificabili tratti comuni ed elementi ricorrenti.
[Immagine in apertura: Jean Delville, The Death of Orpheus (Orphée mort), 1893,
Royal Museums of Fine Arts, Belgium © 2017 Artists Rights Society (ARS), New York/SABAM, Brussels. Photo: © Royal Museums of Fine Arts, Belgium, Brussels:
J. Geleyns-Ro scan]