Oltre trenta disegni sono esposti fino al 17 settembre 2017 al Museum Boijmans Van Beuningen, attestando le capacità degli artisti dell'Impressionismo e della generazione seguente nell'ambito strettamente grafico.
Con Manet to Cézanne: Impressionist Drawings From Our Own Collection, fino al 17 settembre 2017 il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam fa luce sull’impiego del disegno da parte degli impressionisti.
L’istituzione museale olandese, tra le più antiche per fondazione del Paese, è uno degli indirizzi di riferimento a livello internazionale sul fronte delle stampe e dei disegni: in grado di restituire una panoramica estesa dal Medioevo fino ai giorni nostri, conserva anche opere di Maestri come Albrecht Dürer, Rembrandt, Pisanello e Jean Antoine Watteau. In quest’ottica si può interpretare la scelta di destinare un intero approfondimento espositivo proprio a questo genere, andando a scrutare all’intero della produzione degli autori che hanno legato il proprio nome a una delle correnti di maggiore rilievo nella storia dell’arte internazionale.
Celebri per il loro lavoro en plein air da cui hanno preso le mosse per rivoluzionare la pittura, attraverso lo studio della luce e la restituzione del colore con pennellate veloci, gli impressionisti furono anche disegnatori estremamente innovativi. Provenienti proprio dalla collezione permanente del museo, i lavori in mostra attestano quanto questo mezzo risultò loro utile per la sua capacità di garantire una maggiore rapidità rispetto ai “tempi tecnici” delle opere a olio. Gessi, pastelli o acquerelli garantivano infatti di fissare le fugaci impressioni del paesaggio e gli scenari desunti dalla vita urbana, con quell’immediatezza sempre ricercata da questi artisti.
Concependo l’Impressionismo come “un concetto elastico”, la rassegna riunisce soprattutto gli artisti che presero parte alle esposizioni collettive organizzate tra il 1874 e il 1886. Tra le 33 opere selezionate, 5 sono state realizzate da Manet, 4 ciascuno per Degas, Renoir e Cézanne, 3 da Toulouse-Lautrec e una è di Seurat. Il percorso espositivo estende dunque il proprio raggio d’azione anche ad autori che si guadagnano l’appellativo di post-impressionisti, riferito in particolare a opere dall’approccio più concettuale.
Analizzando questi lavori emergono alcune alcune preferenze di stile: Degas, Pissarro e Renoir, ad esempio, erano soliti operare impiegando gesso e pastello; Seurat nutriva una forte inclinazione per il solo gesso, mentre Cézanne aveva doti eccelse anche come acquerellista. La penna o le matite più dure, invece, non incontrarono il favore di questi artisti, poiché strumenti in grado di definire – dal loro punto di vista – le forme troppo bruscamente, senza lasciare alla luce la possibilità di essere anch’essa “catturata nel disegno”.
[Immagine in apertura: Paul Cézanne, Rooftops of l’Estaque, c. 1878 – 1882, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (former collection Koenigs)]