Berchidda, il paese natale del celebre trombettista sardo, è il fulcro della rassegna Time in Jazz con nomi di primo piano della scena jazzistica. E un omaggio a De Andrè, che in Sardegna aveva il suo buen retiro.
Torna Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda, in provincia di Sassari, e altre località del nord Sardegna, che dall’8 al 16 agosto celebra la sua 30esima edizione. Un traguardo importante, questo, per uno degli eventi più apprezzati nel panorama nazionale della musica dal vivo, capace di richiamare ogni estate un vasto seguito di pubblico.
Il paese natale del trombettista, tra i jazzisti italiani più noti anche a livello internazionale, è il fulcro della manifestazione che vede un cartellone fitto di appuntamenti, che si snodano per 9 giorni consecutivi dal mattino a notte fonda in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella centra piazza del Popolo di Berchidda, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri 15 centri che fanno parte integrante del circuito del festival.
Il cast riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc per Time in Jazz. Come il sassofonista inglese Andy Sheppard, presente sia con il suo quartetto sia in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset. Il pianista Uri Caine (nella foto in apertura proprio con Paolo Fresu), dal canto suo, è in arrivo dagli Stati Uniti col suo trio, mentre non mancano formazioni storiche del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones.
E poi gli italiani: in cartellone spiccano i nomi del trombonista Gianluca Petrella, del trombettista Enrico Rava e, naturalmente, quello di Paolo Fresu, atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini. Un tributo che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber, a L’Agnata.