Genio indiscusso del Rinascimento italiano, Raffaello è ora protagonista della mostra monografica che gli dedica l’Albertina di Vienna. Un percorso a tappe fra le pieghe di una carriera straordinaria.
Insieme a Michelangelo e Leonardo da Vinci, Raffaello può essere considerato a tutti gli effetti un insostituibile Maestro della creatività italiana. Proprio all’urbinate e al suo genio è intitolata la mostra Raphael, ospite dell’Albertina di Vienna dal 29 settembre al 7 gennaio.
Circa 170 disegni e dipinti comporranno la rassegna austriaca, facendo luce sulle singole fasi e svolte che accompagnarono la storia artistica del pittore e architetto marchigiano. Dagli esordi nell’originaria Urbino agli anni fiorentini e a quelli romani, i capolavori in mostra testimoniano la carriera di una personalità scomparsa troppo presto dal palcoscenico dell’arte.
Abile nel mantenere in equilibrio l’imitazione della natura e l’idealizzazione dell’esistente, l’urbinate fu autore di opere passate alla Storia, oggi confluite nella mostra viennese e provenienti dai maggiori musei del mondo, come gli Uffizi, Il British Museum, il Louvre, la Royal Collection of the British Royal Family, I Musei Vaticani e l’Ashmolean Museum di Oxford ‒ quest’ultimo coinvolto direttamente nell’organizzazione della mostra.
La poderosa esposizione viennese offrirà al pubblico una affascinante descrizione della parabola di Raffaello, mettendo in evidenza il passaggio dalla spontaneità stilistica degli esordi allo studio dei dettagli e ai virtuosismi compositivi alla base dei suoi più celebri capolavori.
[Immagine in apertura: Raffaello Sanzio, Ritratto di Bindo Altoviti, dettaglio, ca. 1514–1515 © National Gallery of Art, Washington]