L’artista e performer belga celebra il suo Paese d’origine sulla scena del Teatro Argentina, nell’ambito del Romaeuropa Festival. Mettendone in luce le tante, e spesso contraddittorie, sfumature.
Dal 30 settembre al primo ottobre, il Teatro Argentina di Roma farà da cornice a Belgian Rules/Belgium Rules, la nuova creazione performativa di Jan Fabre, che torna a calcare le scene del Romaeuropa Festival dopo le poderose 24 ore di Mount Olympus – To glorify the cult of tragedy, presentato in esclusiva durante la trentesima edizione e insignito del premio Ubu 2016 come migliore produzione straniera.
La nuova opera di Jan Fabre offrirà al pubblico una lettura del Belgio di forte impatto visivo e concettuale, mettendone in luce le peculiarità e le contraddizioni. Le linee guida dello spettacolo trovano nelle parole di Edith Cassiers, assistente alla drammaturgia, un’esplicita conferma: “Il Belgio è un Paese che sta scoppiando tra burocrazia e formalità forzata. Uno Stato artificiale e instabile, utilizzato come palcoscenico per guerre altrui”.
La composizione musicale di Andrew Van Ostade, i testi di Johan de Boose e l’azione di quindici performer mettono in discussione la cultura e l’immaginario di un intero Paese, terra di scontri, ma anche sfondo per l’arte di Rubens, Bruegel, Bosch, Magritte, nonché luogo rinomato per la sua birra e le celeberrime patatine fritte. L’esito è un ritratto ironico e affilato, coerente con la poetica del suo vulcanico autore.
[Immagine in apertura: Jan Fabre, Belgian Rules. Photo by Wonge Bergmann]