Progettato da Mario Cucinella, il nuovo centro culturale bolognese sta per inaugurare con una mostra in bilico tra arte e scienza che esplora il concetto di imprevedibilità, con opere di importanti autori internazionali.
A Bologna, con l’imminente apertura del nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli, prosegue il percorso di sviluppo dell’Opificio Golinelli. Il nuovo spazio, progettato dallo studio Mario Cucinella Architects, si presenta come un volume compatto semi-trasparente – un grande parallelepipedo, con un’altezza pari a 8 metri – accompagnato all’esterno da una griglia modulare metallica: questa struttura sarà parzialmente percorribile dai visitatori e offrirà scorci sulla città a diverse quote.
Per accompagnare l’inaugurazione del Centro, i cui interni sono stati lasciati volutamente privi di partizioni in nome della massima flessibilità, è stata ideata la mostra Imprevedibile. Aperta fino al 4 febbraio 2018 e ispirata da un’idea di Marino Golinelli, sarà l’ultima delle sette esposizioni che dal 2010 hanno promosso un dialogo tra arte e scienza.
Curata da Giovanni Carrada per la parte scientifica e da Cristiana Perrella per il settore artistico, si articola in sei sezioni tematiche riunendo insieme opere di grandi nomi della scena internazionale: da un disegno murale dell’artista argentino Pablo Bronstein alle sculture di Tomas Saraceno, fino all’installazione Grapes dell’attivista per i diritti civili e artista cinese Ai Weiwei.
“Come ci si può adattare a un mondo che cambia, sempre in modo imprevedibile? E come ci si può preparare a un futuro che non si può in alcun modo prevedere?” Sono alcune delle domande intorno alle quali il percorso espositivo cercherà di sollecitare i visitatori, avanzando possibili chiavi di lettura e interpretazioni.