Sette fotografi internazionali sbarcano nella città modenese con una densa serie di scatti, realizzati nelle aree colpite dai terremoti che hanno interessato l’Emilia e il Centro Italia negli ultimi anni.
Quale linguaggio visivo è più adatto a documentare il dramma del terremoto? I sette protagonisti della mostra Sequenza Sismica, allestita presso l’ex Manifattura Tabacchi di Modena (MaTa) dal 21 ottobre al 4 febbraio, hanno usato la fotografia come mezzo per narrare le vicende legate ai sismi che si sono abbattuti su varie regioni italiane fra il 2009 e il 2016.
I 90 scatti che compongono la mostra portano le firme di Olivier Richon, Hallgerður Hallgrímsdóttir, Naoki Ishikawa (sua la fotografia in apertura), Tomoko Kikuchi, Eleonora Quadri, Valentina Sommariva e Alicja Dobrucka, interpreti, ognuno con il proprio stile, di eventi che lasciano un segno netto e profondo sui territori e sugli individui travolti da cataclismi naturali devastanti.
Completano la rassegna il video documentario di Daniele Ferrero e Roberto Rabitti ‒ girato nei medesimi luoghi visitati dai sette fotografi e incentrato sugli effetti psichici e fisici generati da un evento traumatico come un sisma ‒ e una selezione di scatti storici dei primi terremoti fotografati in Italia: il terremoto del 16 dicembre 1857 in Val d’Agri, i cui esiti emergono dalle immagini di Alphonse Bernoud; il terremoto di Norcia del 22 agosto 1859, negli scatti di Robert MacPherson; il terremoto di Casamicciola del 28 luglio 1883, ripreso da un reporter anonimo, e il terremoto di Messina del 1908, fotografato da Luca Comerio.