La sede milanese sta per accogliere una mostra che sovverte le regole normalmente applicate agli eventi espositivi. Ideata da due grandi nomi dell’arte contemporanea, la rassegna invita il pubblico a sperimentare, toccare... e persino portarsi via elementi delle opere esposte.
Si intitola Take Me (I’m Yours) la mostra che, dal primo novembre al 14 gennaio, animerà gli imponenti spazi dell’HangarBicocca a Milano. Nata da una serie di conversazioni tra il curatore Hans Ulrich Obrist e l’artista Christian Boltanski, e allestita per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, dal 2015 la mostra è andata in scena, con esiti sempre diversi, in varie istituzioni mondiali ‒ da Parigi a Copenaghen, da New York a Buenos Aires.
In particolare, lo sviluppo della rassegna ha preso il via dall’opera di Boltanski Quai de la Gare (1991), pile di vestiti usati che il pubblico poteva portare via con sé, usando una busta marchiata dall’artista con la scritta Dispersion. L’idea di un’interazione diretta fra le opere e i visitatori e il sovvertimento delle consuete norme che regolano la fruizione di una mostra sono i due elementi cardine della tappa milanese.
I lavori di oltre 50 artisti troveranno dimora temporanea presso l’hangar meneghino, dove le storiche opere esposte nella rassegna del 1995 saranno affiancate da interventi progettati ad hoc. Il tutto, nell’ambito dell’allestimento messo a punto dall’artista e designer Martino Gamper. I visitatori potranno dunque toccare le opere, appropriarsi di alcune di esse e partecipare a performance e azioni, agendo in prima persona sulla fisionomia della mostra.
Così il pubblico potrà, ad esempio, partecipare alla lotteria organizzata da Douglas Gordon e vincere una cena con lui, mangiare i cioccolatini di Carsten Höller, raccogliere le caramelle alla menta che compongono l’installazione di Félix González-Torres, scaricare e stampare il nuovo poster di Wolfgang Tillmans e scattarsi un selfie con la rivisitazione del celeberrimo progetto di Franco Vaccari Esposizione in tempo reale N.4, presentato alla Biennale di Venezia del 1972. Oltre a prendere parte alle performance di James Lee Byars, Pierre Huyghe e Tino Seghal, solo per citarne alcuni.
[Immagine in apertura: Yoko Ono, Wish Tree, 1996, veduta dell’installazione,Anderson Gallery, Richmond, Virginia, 1996 © Yoko Ono]