Nuove scoperte sul metodo di costruzione delle antiche piramidi egizie

1 Ottobre 2017


Per uno dei siti archeologici più affascinanti del mondo antico potrebbe aprirsi una stagione senza precedenti. La verità sulla vicenda costruttiva della Piramide di Cheope, la più antica e la maggiore tra le strutture della necropoli di Giza, in Egitto, potrebbe essere finalmente vicina.
L’interrogativo sulle modalità impiegate per la realizzazione del complesso monumentale – con un’altezza che sfiora i 147 metri, risale al 2600 a.C. circa – ha per anni sollecitato la comunità scientifica di riferimento, oltre a rappresentare un autentico “rompicapo” per i visitatori del sito. Tre fattori, raccolti insieme, consentirebbero oggi di sciogliere questo “mistero”.

Un antico papiro, una barca cerimoniale e i resti di alcuni canali fornirebbero la chiave per capire come sia avvenuto il trasferimento dei colossali blocchi di granito dall’attuale città di Aswan fino al luogo in cui è stata eretta la piramide dedicata al faraone Cheope. Testimonianze scritte, desunte da un papiro rinvenuto nei pressi del porto di Wadi Al-Jarf, offrono infatti una descrizione dettagliata del metodo costruttivo: barche lignee sarebbero state impiegate per il trasporto delle pietre da costruzione fino a destinazione.
I materiali sarebbero stati convogliati fino a un ulteriore porto, nei pressi della futura costruzione, mediante un’apposita rete di canali. Tracce di uno di questi, scomparso nel corso dei decenni, sarebbero stati individuate al di sotto dell’altopiano di Giza: a rivelarlo è stato un archeologo nel corso di un documentario trasmesso di recente da un canale televisivo del Regno Unito.
E chissà che in futuro non emergano ulteriori dettagli e curiosità a riguardo.

[Immagine in apertura: photo by Jorge Lascar, fonte Flickr]