Diego Rivera, Gabriel Orozco e David Alfaro Siqueiros sarebbe dovuti essere i protagonisti di una grande mostra organizzata nel 1973: venne cancellata in seguito al colpo di stato in Cile. Fino al 18 febbraio, quell'esposizione mancata sarà visitabile a Bologna.
“È una mostra che ha un fascino assolutamente unico, perché alla sua indubbia bellezza si aggiunge il valore storico legato ad un periodo estremamente critico per tutta l’America Latina”: con queste parole il professor Monaco, Presidente di Genus Bononiae-Musei nella Città, ha annunciato México. La Mostra Sospesa. Orozco Rivera Y Siqueiros, il nuovo appuntamento espositivo ospitato a Palazzo Fava, a Bologna.
Fino al 18 febbraio 2018, la sede espositiva bolognese accoglie un evento che avrebbe dovuto avere luogo oltre 40 anni fa, nel 1973. Si tratta della celeberrima Exposicion Pendiente, la collettiva che avrebbe dovuto riunire le voci più significative del muralismo messicano se il colpo di stato in Cile non ne avesse impedito l’apertura.
A due anni dall’omologo evento cileno – nel 2015, la mostra è stata finalmente organizzata in Cile grazie al lavoro del Museo d’Arte “Carrillo Gil” – è Bologna a riannodare i fili della memoria, ospitando una collezione di notevole valore artistico e di grande rilievo sociale, considerata patrimonio nazionale messicano.
Nella cornice dello storico palazzo bolognese è dunque possibile ammirare 70 opere degli artisti messicani José Clemente Orozco, Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros, presenze chiave nella scena culturale e politica del loro tempo e figure di spicco del muralismo messicano, tra le avanguardie espressive più rilevanti e influenti del Novecento.
La realizzazione di México. La Mostra Sospesa. Orozco Rivera Y Siqueiros è stata resa possibile attraverso l’accordo signalo dal Museo d’Arte Carrillo Gil, da Vania Rojas Solis e dal curatore Carlos Palacios con il Presidente di Genus Bononiae, Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco: in questo modo è stato possibile portare la mostra per la prima volta in Europa e in Italia, dopo più di 40 anni dalla sua “fuga” da Santiago del Cile.
[Immagine in apertura: Jose Clemente Orozco, Don Juan tenoriom, 1946]