Può in un certo senso considerarsi l'antesignana delle “bufale” contemporanee, anche se in realtà si trattò di una burla magistralmente orchestrata: al Teatro della Cooperativa di Milano, va in scena la storia del ritrovamento che scosse Livorno e l'Italia nell'estate dell'84.
Quanto spesso può capitare, di ritrovare ben tre sculture di un Maestro come Modigliani in un fossato? Infatti, non è mai successo. Quello che accadde a Livorno, in un’ormai leggendaria estate del 1984, è un’altra storia. Che merita lo stesso di essere raccontata, perché gli eventi che si susseguirono costituiscono un racconto degno di uno sceneggiatore hollywoodiano. Per questo, sul palco del Teatro della Cooperativa di Milano va in scena, fino al prossimo 19 novembre, lo spettacolo “per attore e proiettore” Trovata una sega, scritto, diretto e interpretato da Antonello Taurino.
L’opera riprende i rocamboleschi eventi che portarono a un eclatante ritrovamento: quello avvenuto nel centenario della nascita di Modì a Livorno, nel cui Fossato Reale vennero ripescate tre sue teste scultoree. La leggenda voleva che fosse stato lo stesso Modigliani a gettarle nel fossato, nel 1909. Un caso straordinario, quindi, che proprio nell’estate di un così importante anniversario – e in occasione di una grande mostra allestita presso l’allora Museo progressivo di arte moderna di Livorno – si decidesse non solo di verificare la diceria, ma di scoprire che era più che fondata!
Peccato che, di straordinario, ci sia stata la burla organizzata con grande perizia da tre studenti universitari, che si “autodenunciarono” un mese dopo dall’avvenuta “scoperta”, consegnando alla stampa alcune foto che li ritraevano nell’atto di scolpire quelle stesse sculture (in mostra proprio nel foyer del teatro meneghino, per tutta la durata dello spettacolo in cartellone).
Proprio le immagini – trasmesse attraverso il proiettore “co-protagonista” dello spettacolo – veicoleranno nel teatro milanese la veridicità di episodi così incredibili che, a raccontarli soltanto, ci si può non credere. Mentre Antonello Taurino restituisce tutta la varietà umana dei personaggi coinvolti nella vicenda che, dal comico al drammatico, dalla farsa alla tragedia, riescono a coprire tutti i registri della narrazione.